Sull'apparenza delle cose

( 1 Luglio 2023 – Giugno 2024 )

FABIO BARILE

Il lavoro “Sull’apparenza delle cose” nasce da una committenza sul territorio di Città della Pieve, un territorio formatosi in tempi geologici al confine fra terra e mare, tra ambiente marino e ambiente fluviale. Spinto dalla fascinazione per la storia geologica del luogo, ho deciso di usare la geologia unicamente come punto di partenza, lasciando il campo di azione aperto alle possibilità, lavorando come un fiume, che allo stesso tempo scava il suo letto ed è guidato dallo stesso.

L’origine del territorio è stato soltanto il primo mattone su cui costruire un percorso fatto di apertura alle possibilità. Così le due principali linee guida del mio lavoro sono diventate il colore giallo della parete rocciosa, vista entrando nel borgo alla prima ricognizione, e l’acqua, che ha plasmato il territorio nelle sue caratteristiche peculiari, queste due direttrici sono state lasciando però spazio a tutte le possibilità.

“No ideas but in things” e “Let the writing be of words” recita la poesia di William Carlos Williams in apertura, poesia che ho voluto utilizzare come manifesto, riportando la fotografia al puro atto di guardare, nessuna idea se non nelle cose, nessuna idea se non nelle immagini, lasciate essere ciò che sono, la sassifraga che spacca le rocce.


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BIOGRAFIA

Fabio Barile è nato in Italia nel 1980. Si diploma alla FSM di Firenze con una laurea in fotografia nel 2007. Nello stesso anno viene selezionato tra i 15 finalisti del Premio ‘Atlante Italiano 007’ e il suo lavoro viene esposto al MAXXI di Roma. Ha iniziato la sua ricerca fotografica nel 2005 con un progetto sull’erosione costiera che interessa 1500 km di costa italiana. Questo progetto, intitolato ‘Among’, mira a indagare i processi naturali del paesaggio. Questo lavoro fa parte di “Visions and Documents”, un set di dieci libri pubblicato da Documentary Platform. Inoltre è stato esposto in diverse mostre collettive, ad esempio: ‘Tempi Osceni. Moments de la photographie contemporaine italienne II’ al Centre d’Art Dominique Lang nel 2009. Nello stesso anno, ha tenuto la sua prima mostra personale, ‘Diario n°0, cose che non accadono’, nell’ambito di Fotografia, Festival Internazionale di Roma. Questa mostra ha portato alla pubblicazione del suo primo libro, curato e prodotto da 3/3. Nel 2017, a seguito della personale da Matèria, Barile espone una selezione di opere del suo corpus di opere “Un’indagine sulle leggi osservabili nella composizione, dissoluzione e ripristino del suolo” presso l’Archivio Nazionale per il Catalogo e la Documentazione di Roma, a cura di di Benedetta Cestelli Guidi, creando un dialogo tra il suo lavoro e le immagini provenienti dall’archivio stesso. Nel 2019, insieme a Domingo Milella, partecipa alla sua prima grande mostra museale ‘Le Forme del Tempo’, curata da Alessandro Dandini de Sylva presso la Fondazione Pescheria Centro Arti Visive di Pesaro. Negli ultimi anni ha sviluppato un grande interesse per la complessità e l’uso della fotografia come strumento filosofico, al fine di stimolare una comprensione consapevole e più profonda della realtà. Nel 2020 un portfolio dei suoi lavori più recenti è stato pubblicato su Foam Magazine #57 In Limbo, e nello stesso anno è stato uno dei cinque artisti che lavorano con la fotografia, scelti dall’UNESCO per lavorare sui più recenti siti italiani entrati nel mondo UNESCO Heritage e la mostra che ne risulterà viaggeranno in tutto il mondo nei prossimi anni.


 

 

Foto

–  Fabio Barile

Data

–      1.07.2023- 06.2024